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L'autore inizia fornendo una nuova interpretazione, su basi filosofiche, della natura ontologica e dei reciproci rapporti dei "poteri" dello Stato, definendo il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario rispettivamente come espressione dell'attività razionale-decisionale-generale, dell'attività pratica e dell'attività razionale-conoscitiva-particolare dello spirito umano. Da ciò deriva la necessità dell'indipendenza della Magistratura e di un esecutivo indipendente ma eletto come organo collegiale. Segue la definizione di altre forme di "potere", quali la Corte costituzionale, il popolo, gli eletti e gli elettori, la maggioranza e la minoranza, il potere economico e quello religioso. Vengono infine discussi: il significato della regola maggioritaria; i diritti e i doveri della minoranza; il ruolo dei leader politici; i vantaggi della democrazia rappresentativa e la proposta di una "democrazia graduale". Ne risulta un testo di notevole interesse per il pubblico indirizzato verso un'attenta e responsabile partecipazione alla vita pubblica.